Chronicles of the Newspaper L’ora
Pubblicato il 04/11/22
Categoria Pubblicazioni
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Union Editions
Chronicles of the Newspaper L’ora
Palermo 1985–1988
21 x 29,7 cm,
116 Pages,
170 gr Coated Paper, Folded.
Edition of 300 Copies
November 2022.

Ricordo quegli anni come un momento storico molto cruento.
L’atmosfera in città era molto pesante, perché gli omicidi non
riguardavano più soltanto la cerchia dei clan mafiosi, ma
cominciavano ad estendersi oltre, negli ambienti della politica
e dell’imprenditoria. Per rendere l’idea: qualche anno prima,
mentre andavo di primo mattino alla fermata dell’autobus che
mi portava al liceo, mi ero imbattuto in un corpo inerte disteso
pancia a terra sulla strada deserta. Era la vittima di una tipica
esecuzione mafiosa.

Una sera mi accadde un fatto strano. Era notte fonda e stavo
accompagnando la mia ragazza a casa in motorino. Mentre
eravamo fermi al semaforo ad aspettare che scattasse il verde,
si accostò una macchina, e dal finestrino il guidatore mi guardò
e si poggiò una pistola sul braccio, con la canna puntata verso
di me. Non capii mai se fosse un gesto intimidatorio, ma ricordo
che aleggiava un’aria spettrale.

Un giorno, nella spiaggia dello Sperone fu trovato il corpo nudo
di un uomo, che poi risultò essere quello del calciatore Giuseppe
Marino, ucciso dagli agenti della squadra mobile di Palermo
durante un interrogatorio e poi abbandonato sulla battigia.

Un fatto che scosse tutta la città fu la morte di due studenti del liceo
investiti dall’auto della scorta del giudice Paolo Borsellino: l’autista
aveva perso il controllo del veicolo, e falciò i due ragazzi mentre
aspettavano l’autobus alla fermata.
Poi cominciò la costruzione dell’Aula Bunker al carcere dell’Ucciardone,
il luogo in cui si sarebbe svolto il Maxiprocesso, che diede una svolta
a tutto quello che stava accadendo, condannando un gran numero di
mafiosi. Per quell’occasione mi prestarono un corpo macchina, una
Voigtländer che si bloccava, così ad ogni scatto dovevo togliere
l’obbiettivo, abbassare lo specchio, rimontare la lente e riscattare.
Dovetti ripetere la procedura per tutta la pellicola.

La rotativa chiudeva intorno a mezzogiorno, e dato che il giornale
usciva nel primo pomeriggio, per coprire gli articoli dei giornalisti
bisognava precipitarsi sul posto. Subito dopo si entrava in camera
oscura a sviluppare i negativi; una volta asciutti, si stampavano le
foto in carta politenata, formato 13x18, e si consegnavano al più
presto in sede, a volte ancora bagnate.

Quando iniziai a collaborare con L’Ora avevo vent’anni.

Fabio Sgroi

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